Di vittime e carnefici in un mondo d’inchiostro

Intervista a Massimo Maugeri

di Linda Lercari


“Appena la vide, pensò due cose. La prima: il suo era uno di quegli sguardi capaci di bloccare il respiro. La seconda: la sua bellezza era dotata di un incanto ferale.”

Con queste parole inizia “Cetti Curfino” di Massimo Maugeri appena pubblicato da La nave di Teseo.

Cetti Curfino è una donna sui quarant’anni, piacente, ma trascurata. Vissuta in un quartiere malfamato e coinvolta, suo malgrado, in una vita sordida fatta di privazioni e umiliazioni. Giovane vedova si è trovata a far fronte alla necessità economica scendendo vari gradini fatti di squallore e miseria sino al compimento di un delitto per il quale la troviamo in carcere. Ed è proprio da qui che parte la storia. Un giovane giornalista alle prime armi vuole intervistare la donna sperando di poter trarre elementi sufficienti per un romanzo “verità”. La sorte della carcerata è legata a varie vicende di corruzione e malgoverno nelle quali è coinvolto un noto politico. Andrea Coriano, questo il nome del giovane giornalista, si troverà di fronte una realtà inaspettata in uno scambio continuo di emozioni ed esperienze. Lui che alla vita si è affacciato da poco ed è succube di una zia troppo invadente, lei che della vita ha visto molto, troppo, ed è sia vittima che carnefice.

Un romanzo molto umano, ricco e intenso. Oggi per No Crime Only Art abbiamo il piacere di congratularci con Massimo per questo suo successo.

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NC: Prego, caro Massimo, accomodati. Un caro benvenuto da parte di tutti noi.

MM: Grazie per l’accoglienza, cara Linda. Felice di essere con voi.

NC: NoCrime nasce con l’intento di rispondere “al fuoco mediatico della cronaca nera” con altrettante notizie di sola e pura arte. Quale cosa migliore quindi festeggiare la nascita di un nuovo romanzo. Emozionato?

MM: Quando nasce un nuovo romanzo è sempre una grande emozione. Nel caso di “Cetti Curfino” l’emozione è molto più intensa perché mi sento particolarmente legato a questo personaggio.

NC: Massimo Maugeri, scrittore siciliano. Leggo il tuo blog e mi chiedo quali altre forme d’arte ti appassionino. La scrittura è il tuo terreno naturale, ma hai altri interessi? La pittura? La musica?

MM: Amo l’arte in generale. E sì, senz’altro la pittura e la musica rientrano nei miei interessi. La musica, in un certo senso, la pratico in maniera “attiva” essendo uno strimpellatore di chitarra. Peraltro nel caso di “Cetti Curfino” la musica gioca un ruolo molto importante. A fine libro i lettori troveranno una playing list basata su canzoni di John Lennon. C’è una canzone per ogni sezione del romanzo, in tema con le problematiche affrontate. Su tutte si erge questo brano musicale del 1972 intitolato “Woman is the nigger of the world” (“La donna è il negro del mondo”). Un bellissimo, potente e (purtroppo) attualissimo brano di denuncia sulla “condizione femminile”. In questa postfazione ne racconto la storia. Il brano è ovviamente dedicato alla protagonista del romanzo sebbene – come hai giustamente evidenziato – è anche “carnefice”, oltre a essere “vittima” (del resto si trova in prigione a scontare una pena). È tuttavia il suo essere vittima assume una valenza simbolica che trova un aggravante proprio nella condizione femminile.

NC: Collaboratore di magazine e quotidiani, nel 2006  hai creato  Letteratitudine  per il gruppo L’espresso. Siamo molto interessati e curiosi, vorresti parlarcene?

MM: Come ho raccontato in tante altre circostanze, Letteratitudine l’ho creato quasi per caso. Era da poco nata la mia seconda figlia e volevo essere più presente in casa senza perdere i contatti con il mondo letterario che avevo cominciato a frequentare per via della pubblicazione del mio primo romanzo. Così decisi di aprire questo blog letterario con l’intento di farne un luogo di incontro privilegiato che favorisse lo scambio di opinioni tra i vari “protagonisti” del mondo del libro: scrittori, lettori, giornalisti culturali, librai, editor, ecc.

All’epoca non erano ancora così sviluppati social network come Facebook, Twitter e Instagram. Fu un successo inatteso e ininterrotto che poi diede luogo a svariate iniziative. Nella prefazione di “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria) volume con cui ho voluto festeggiare il decennale di Letteratitudine (un vero e proprio omaggio alla lettura e alla scrittura) racconto in dettaglio la storia del blog e la sua evoluzione.

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2017/02/24/letteratitudine-3-letture-scritture-e-metanarrazioni/

NC: “Cetti Curfino” non è il tuo primo romanzo. Qual è la storia a cui sei più affezionato? Perché?

MM: Sono affezionato a tutti i miei libri. Se, tuttavia, oltre a “Cetti Curfino” dovessi indicarne un altro segnalerei “Trinacria Park” (edizioni E/O, collezione Sabot/Age): un romanzo dove ho immaginato la costruzione di un megaparco tematico all’interno di una piccola isola siciliana (talmente grande da ricoprirne quasi per intero il territorio). All’interno di questo parco accadono tante cose e l’isola si trasforma in una sorta di trappola dalla quale non si può più uscire, né entrare. E ciò che accade può essere considerato come una metafora di tante problematiche della nostra contemporaneità.

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https://www.edizionieo.it/book/9788866323112/trinacria-park

NC: La vita dello scrittore è costellata di difficoltà e grandi ispirazioni. Avresti voglia di raccontarci qualcosa sul tuo vissuto letterario? Uno degli scogli che hai dovuto superare? Una grande intuizione che ti ha fatto “voltare pagina”?

MM: Lo scoglio principale deriva dalla stanchezza con cui a volte bisogna fare i conti. Parlo di vera e propria stanchezza fisica. Portare avanti (oltre alla scrittura e ai tanti altri miei impegni) le molteplici attività di Letteratitudine richiede costanza, abnegazione e impegno (e tanto, tantissimo tempo da dedicare al progetto). Ma si tratta di una stanchezza che riesco a sostenere grazie al grande amore che nutro per il mondo dei libri e della lettura.

NC: Torniamo al presente e a questa novità per La Nave di Teseo. Una realtà editoriale importante, Soddisfatto? È stato difficile lavorare con loro? Parlo di editing, scelte editoriali, ecc, ecc… Ovviamente non svelarci troppo della “magia”, a noi lettori piace che rimanga un po’ di mistero.

MM: Sono davvero felice di aver avuto l’opportunità di salire a bordo de La nave di Teseo. È una bellissima realtà e sono bravissimi. Sono felice e orgoglioso che questa mia opera sia entrata nel catalogo della Nave. Ne approfitto per ringraziarli tutti pubblicamente a partire da Elisabetta Sgarbi. Hanno creduto moltissimo in “Cetti Curfino” e, con l’aiuto del pubblico dei lettori (che sento già molto vicino… sento già che il romanzo sta entrando nei cuori di tantissima gente) spero di riuscire a ripagare la loro fiducia.

NC: Cosa ti ha spinto a scrivere la storia di Cetti Curfino? Una donna bella e forte eppure travolta da un destino tanto avverso.

Cetti Curfino (Cover)

MM: Qui dovrei raccontare la storia di questo romanzo. E lo faccio con molto piacere, perché (dal mio punto di vista di autore) è molto bella e mette in evidenza quanto possa essere importante il ruolo di un personaggio letterario rispetto all’immaginario del suo stesso creatore. Cetti Curfino appare per la prima volta in un racconto pubblicato nel 2011 all’interno di una mia raccolta edita da Perdisa (Viaggio all’alba del millennio). Il racconto piacque molto al regista Manuel Giliberti che mi propose di trasformarlo in pièce teatrale. Lo spettacolo (un monologo in atto unico) interpretato dalla bravissima Carmelinda Gentile (nel ruolo di Cetti) mi ha dato l’ispirazione per scrivere il romanzo. Io stesso volevo sapere cos’altro capitava a questa donna una volta che le luci del palcoscenico si spegnevano. E Cetti aveva voglia di continuare a raccontarsi. Il romanzo è nato così, con Cetti che non mi ha dato tregua fino a quando non mi sono deciso ad ampliare e continuare la sua storia. Nel farlo ho chiesto aiuto a un altro personaggio letterario, nato in questo romanzo e co-protagonista con Cetti: un giovane giornalista precario in cerca di storie da raccontare. Si chiama Andrea Coriano e vive con un’anziaa zia che lo circuisce affettuosamente coinvolgendolo in una serie di incombenze domestiche. Andrea conosce la storia della Curfino e ritiene che debba essere raccontata in un libro capace di mettere in evidenza i soprusi che lei ha dovuto subire (al di là del crimine commesso). Per questo va a trovarla in carcere, con l’obiettivo di convincerla a scrivere il libro insieme a lui. Un libro che avrebbe, per motivi diversi, la funzione di riscattare entrambi. E qui nasce un’altra storia nella storia. Una storia durissima, ma venata di leggerezza… capace di commuovere, ma anche di far ridere (è quello che mi riferiscono i primi lettori di Cetti Curfino).

NC: Nei dialoghi – show don’t tell – appare tutta l’essenza di questa donna che è incolta, ma laureata all’università della vita. Ti piacerebbe osare di più? Scrivere in dialetto? Magari con testo a fronte? Quanto è importante per te salvaguardare certe espressioni nel loro giusto contesto?

MM: La lingua dialettale è importantissima. È un patrimonio culturale che va preservato e non è escluso che in futuro mi ci dedichi in maniera ancora più decisa. Nel caso di “Cetti Curfino” in un certo senso ho sperimentato. Il linguaggio di Cetti non è né siciliano, né italiano. È una lingua “altra” che deriva dal tentativo (del tutto soggettivo e personale, dunque unico) di Cetti di italianizzare alcune espressioni dialettali e di “mettere su carta” alcune espressioni che ha sentito dire e che ha metabolizzato a modo suo. Eppure, per quanto strampalato, il linguaggio di Cetti ha alcune regole interne e forme ricorrenti. Ripeto, non è né italiano né siciliano: è cetticurfinese.

NC: Andrea Coriano è giovane, ma vuole scrivere, vuole pubblicare, freme per riuscire a “combinare qualcosa di veramente buono”. Hai mai provato un po’ di tenerezza nei confronti di questo personaggio? In generale come ti poni rispetto alle tue creature? Sei “super partes” oppure no?

MM: Andrea Coriano lo ho amato più o meno allo stesso modo in cui ho amato Cetti. Ho provato tenerezza per lui, sì… a mano a mano che la sua storia veniva alla luce e di fronte alle tante difficoltà della vita che – peraltro – colpiscono molti giovani di oggi (soprattutto rispetto alla problematica della mancanza di lavoro). Andrea difetta di autostima, ma alla fine (al di là degli stessi drammi personali che si trova a dover affrontare) troverà la sua occasione di riscatto.

NC: Vorresti dire qualcosa ai lettori che affronteranno “Cetti Curfino” in questi giorni?

MM: Amici lettori, se (come spero) amerete questi personaggi (Cetti, in particolare) e la loro storia… be’, parlatene con i vostri amici che amano i libri. Credo moltissimo nel passaparola. Credo che sia l’unico vero argine che possiamo contrapporre alla diminuzione della lettura.

Vi ringrazio, dunque, di vero cuore anche da parte di Cetti Curfino e Andrea Coriano per quello che potrete fare per aiutarci.

NC: Scrittore a tutto tondo, con mille interessi e ancor più progetti. Come vedi Massimo Maugeri fra vent’anni? Ti occuperai sempre di scrittura o vorresti provare altri ambiti professionali affini?

MM: Mi sforzo sempre di vivere alla giornata, cara Linda… e di non pensare a progetti a scadenza troppo lunga. Però sì, credo di poterti dire che continuerò ad occuparmi di scrittura e di lettura. Per quanto riguarda altri ambiti professionali (sempre nell’ambito della scrittura) non mi dispiacerebbe lavorare, per esempio, alla sceneggiatura di un ipotetico film tratto dal romanzo “Cetti Curfino” (o di una serie Tv, perché no?).

NC: Ora sarai preso dalle varie interviste, presentazioni e campagne pubblicitarie, ma a cosa ti dedicherai fra poco? Un progetto a breve termine di cui vorresti darci un assaggio?

MM: Continuerò a portare avanti le molteplici attività di Letteratitudine. E, credimi, è una gran fatica (sebbene sia il frutto di un sogno bellissimo). E poi c’è un romanzo da ultimare: quello che ho interrotto per dare spazio a Cetti e alla sua voce insistente.

NC: Ti ringraziamo per il tempo che hai voluto dedicarci. Ti seguiremo con vivo interesse sperando di ritrovarci qui, sulle pagine di NoCrime, sorseggiando arte e condividendo nuove emozioni. Grazie Massimo.

MM: Grazie a te, Linda. E grazie a No Crime Only Art.