MANON : Il capolavoro di Francesca Tiburzi a Verona

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Se non la conoscete, ve la presento: Francesca Tiburzi, soprano. Ricordatevi questo nome e quando potete, andate a sentirla. Questa ragazza è artefice di un crescendo continuo: da Tosca a Firenze,  Pia de’Tolomei a Pisa,  Norma a Castelfiorentino, ancora Pia a Livorno ed ora Manon a Verona, in cui ha fatto risplendere di fulgida luce la sua stella, raggiungendo vette inimmaginabili solo pochi mesi fa. La nuova Manon di riferimento è lei, ha tutto: voce potente, brunita, acuti svettanti e filati bellissimi, ma anche note gravi che non esito a definire callassiane, armonici da vendere, fiati lunghissimi, sensualità sia nella voce che nella recitazione, ed una compenetrazione nel personaggio che raramente è dato avvertire. Ha distribuito intensissime emozioni, nonostante una regia per la quale non voglio usare il termine, purtroppo ultimamente appropriato in troppi casi, cioè “demenziale”, ma quantomeno sicuramente irrispettosa sia nei confronti dell’autore (il povero Puccini non sa più da quale parte rigirarsi nel suo avello) che dei cantanti, costretti a cantare in situazioni assurde, disagevoli, surreali, non aderenti al testo ed allo spirito del libretto, a volte persino pericolose e troppo spesso ridicole. Nonostante tutto questo, Francesca Tiburzi ha superato tutte le difficoltà della parte in un modo quasi scanzonato, andando via liscia in ogni circostanza, con una semplicità disarmante.

Sicuramente nel suo exploit è stata spalleggiata ed aiutata dal secondo protagonista della serata: il maestro Francesco Ivan Ciampa, che ha tenuto una lettura della partitura , secondo me, assolutamente precisa ed aderente ai dettami ed agli scritti dell’autore, con una grande attenzione non solo al palcoscenico, ma anche alle vibrazioni emotive che questa musica deve suscitare in tutte le innumerevoli situazioni sceniche. Dopo stasera, non esito a dire che questo artista è sicuramente sul podio fra i 3 migliori direttori italiani, ma non solo, attualmente in circolazione. Complimenti dal più profondo del cuore ad entrambi i protagonisti citati!! Tutto il resto è corollario, gli altri interpreti sono stati corretti e “nella parte”, contribuendo alla buona riuscita dell’opera, in un teatro non esaurito, forse per il giorno lavorativo e l’orario anomalo delle 19 pomeridiane, che certamente non ha aiutato chi doveva lavorare. Mi auguro che in tutti i festival estivi che si stanno preparando, si trovi un posto per far esibire questi 2 artisti, che meritano davvero i più grandi palcoscenici mondiali,a cominciare dall’Arena, sarebbe autolesionismo non ci fossero nella prossima stagione. I video riportano gli applausi finali, e le foto sono dell’interno del teatro Filarmonico, della locandina, ed infine i 2 protagonisti, casualmente Francesca e Francesco.

 Paolo Mazzoni Melomane

Recita del 6 Marzo 2018

 

 

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